venerdì 30 agosto 2013

APPUNTI PER ESERCITAZIONI. APERTURA DEL DIAFRAMMA

APPUNTI


DIAFRAMMA 
 
Il diaframma è un meccanismo interno all'obiettivo, formato da lamelle metalliche sovrapposte, le quali formano un foro regolare che determina il diametro del fascio luminoso (apertura) e quindi l'intensità dell'illuminazione che colpisce il piano pellicola. L'apertura è la dimensione del foro nel diaframma dell'obiettivo, ed è indicato dai valori “f” segnati su un anello dell'obiettivo chiamati stop o diaframmi. I valori più comuni, dal più aperto al più chiuso, sono: f/1.4 – f/2 – f/2.8 – f/4 – f/5.6 – f/8 – f/11 – f/16. Aprendo di un diaframma (o stop), per esempio da f/5.6 a f/4 l'ampiezza del foro nel diaframma raddoppia e quindi permette al doppio della luce di passare, sempre parità di tempo d'esposizione. Il diaframma si comporta come una pupilla, dosa la luce che attraversa l'obiettivo: si chiude quando c'è tanta luce e si apre quando la luce è scarsa. Con diaframma più chiuso (f/11) avremo una maggiore profondità di campo. Il diaframma si può regolare manualmente o automaticamente.


TEMPO DI ESPOSIZIONE

I numeri sul disco selettore dell'otturatore si chiamano tempi d'esposizione. Il tempo d'esposizione (della pellicola), determina la durata d'apertura della tendina dell'otturatore nella macchina fotografica permettendo così, di impressionare la pellicola. I tempi d'esposizione, espressi in secondi, più comuni sono: 1/8 – 1/15 – 1/30 – 1/60 – 1/125 – 1/250 – 1/500 – 1/1000. Variando da 1/125 (un centoventicinquesimo di secondo) a 1/250 (un duecentocinquantesimo di secondo) si dimezza il tempo, quindi si dimezza la quantità di luce che impressiona la pellicola, sempre a parità d'apertura di diaframma. Impostando un tempo d'otturazione veloce si riesce a congelare un’azione, mentre con un tempo lento si crea un effetto mosso per esaltarne la dinamicità. Importante è la scelta del tempo d'esposizione perché da esso dipende la nitidezza della fotografia. Il tempo d'esposizione è regolabile sia manualmente sia automaticamente.



PROFONDITA' DI CAMPO

Sulla pellicola si forma l'immagine degli oggetti che si trovano davanti all'obiettivo. L'immagine risulta nitida solamente quando la distanza tra l'obiettivo e la pellicola è corretta (piano focale). Oltre al piano focale abbiamo una zona d'accettabile nitidezza, che è la profondità di campo. La profondità di campo è la distanza fra i soggetti più vicini e quelli più lontani contemporaneamente a fuoco. Sono tre i fattori che influenzano la profondità di campo: 
 l'apertura del diaframma, la distanza del soggetto, la lunghezza focale dell'obiettivo.
 Più chiudi il diaframma, maggiore è la profondità di campo. Minore è la lunghezza focale, maggiore diviene la profondità di campo. Maggiore è la distanza tra il soggetto e l'obiettivo, più estesa è la profondità di campo.


OBIETTIVI

Gli obiettivi fotografici sono il mezzo attraverso il quale le immagini arrivano ad impressionare la pellicola. L'obiettivo è costituito, oltre che dalle lenti, da una serie di meccanismi di controllo quali il diaframma e il sistema per la messa a fuoco dell'immagine. Gli obiettivi si dividono in base alla loro lunghezza focale, che si esprime in millimetri (mm). La lunghezza focale è data dalla distanza tra il centro della lente e il suo fuoco principale, che è il punto in cui convergono tutti i raggi della luce, quindi maggiore è la distanza, maggiore è la lunghezza focale.

Mi sono esercitata modificando i tre fattori che influenzano la profondità di campo:

LA FOCALE. Dallo stesso punto ho effettuato 3 scatti con focale differente

 focale 28 mm

 focale 70 mm

   focale 135 mm


APERTURA DEL DIAFRAMMA 

   f/5,6

f/14  

  f/32

DISTANZA DAL SOGGETTO (mi sono avvicinata)







ANTICHI REGALI


martedì 27 agosto 2013

lunedì 26 agosto 2013

domenica 25 agosto 2013

venerdì 23 agosto 2013

ESERCITAZIONE. Velocità di scatto/Tempo di esposizione

Il programma di scatto è la modalità con cui la fotocamera gestisce la coppia tempo/diaframma. I simboli relativi che trovo sulla ghiera della mia Canon sono:

P = programmato: la fotocamera sceglie sia tempo che diaframma, lasciando però la possibilità di cambiare la coppia tempo/diaframma o di sovra o sotto esporre.

TV = a priorità di tempi: si può scegliere il tempo di scatto, mentre la fotocamera regolerà il diaframma di conseguenza. E' una modalità molto utile quando abbiamo bisogno di un tempo molto breve o, al contrario, molto lungo.

AV= a priorità di diaframmi: scelgo il diaframma e la macchina automaticamente restituisce il giusto tempo di posa.

M = manuale: libertà su tutti i parametri.

AUTOMATICO = la fotocamera decide sia tempo che diaframma. Non si può modificare alcun parametro.



Ho provato a esercitarmi su uno stesso soggetto con i diversi programmi di scatto.

TORINO. LUCI D'ARTISTA




giovedì 22 agosto 2013

mercoledì 21 agosto 2013

martedì 20 agosto 2013

lunedì 19 agosto 2013

SALENDO LE SCALE


ESERCITAZIONE. Variazione dell'ISO

Prima di iniziare con l'esercitazione, trasferisco qualche appunto da Ansel Adams.


SENSIBILITA’ DELLA PELLICOLA
Ogni pellicola ha una particolare sensibilità alla luce, stabilita al momento della fabbricazione. Una determinata pellicola necessita di una specifica quantità di luce per produrre la prima densità utile, e quantità di luce maggiori forniscono densità maggiori, fino a un massimo. La regolazione del tempo d’esposizione e dell’apertura del diaframma ci permette di assicurarci che la quantità di luce che proviene dal soggetto e raggiunge la pellicola rientri nella gamma di luminosità in grado di produrre incrementi di densità visibili, e quindi un’immagine utilizzabile. Pertanto, dobbiamo disporre di una misura della sensibilità della pellicola, cioè della sua rapidità.
A questo scopo, nel tempo sono stati impiegati diversi sistemi, ma i due oggi più diffusi sono la scala ASA (che prende il nome dalla vecchia American Standards Association, ora trasformata in American National Standards Institute) e la scala di origine tedesca DIN (Deutsche Industrie Norm). Entrambi i sistemi sono ora confluiti in un unico standard internazionale, denominato ISO, ma i numeri e i valori che caratterizzano la sensibilità sono rimasti gli stessi.
La rapidità ASA di una pellicola è rappresentata da una scala aritmetica nella quale il raddoppio della sensibilità viene indicato dal raddoppio del numero ASA. A ogni raddoppio numerico, l’esposizione necessaria per una determinata ripresa è ridotta alla metà (ovvero di uno stop: un diaframma o un valore di tempo di otturazione). La scala è suddivisa in settori equivalenti e variazioni di esposizione di un terzo di stop, in modo tale che ogni terzo numero rappresenti un intero diaframma o un intero tempo di otturazione:
12        16        20        25        32        40        50        64        80        100      125      160      200      250 320           400      500      640      800      1000    1200            1600    ecc.     
Il rapporto reciproco di questi valori ci permette di sapere, per esempio, che sostituendo una pellicola da 50 ASA con una da 200 ASA, potremo ridurre l’esposizione di due diaframmi, oppure modificare proporzionalmente il tempo di otturazione a ¼ del valore di partenza.


Per l’esercitazione sulla variazione dell’ISO ho impostato la macchina in modalità P (programmata: la fotocamera sceglie sia il tempo che diaframma) e ho variato le ISO mantenendo la stessa inquadratura. Si può così osservare come cambiano il diaframma e i tempi di esposizione per ottenere la medesima immagine.

Ho usato il cavalletto per tutti gli scatti.


ISO 100 - f/5,0 - 1/60 sec



ISO 125 - f/5,6 - 1/80 sec



ISO 200 - f/6,3 - 1/100 sec



ISO 400 - f/7,1 - 1/125 sec



ISO 640 - f/8,0 - 1/160 sec



ISO 1000 - f/9,0 - 1/200 sec



ISO 2000 - f/11 - 1/320 sec



ISO 3200 - f/13- 1/400 sec

domenica 18 agosto 2013

sabato 17 agosto 2013

venerdì 16 agosto 2013