SENSIBILITA’ DELLA PELLICOLA
Ogni pellicola ha una
particolare sensibilità alla luce, stabilita al momento della fabbricazione. Una determinata pellicola necessita di una specifica
quantità di luce per produrre la prima densità utile, e quantità di luce
maggiori forniscono densità maggiori, fino a un massimo. La regolazione del
tempo d’esposizione e dell’apertura del diaframma ci permette di assicurarci
che la quantità di luce che proviene dal soggetto e raggiunge la pellicola
rientri nella gamma di luminosità in grado di produrre incrementi di densità
visibili, e quindi un’immagine utilizzabile. Pertanto, dobbiamo disporre di una
misura della sensibilità della pellicola, cioè della sua rapidità.
A questo scopo, nel tempo sono stati impiegati
diversi sistemi, ma i due oggi più diffusi sono la scala ASA (che prende il
nome dalla vecchia American Standards Association, ora trasformata in American
National Standards Institute) e la scala di origine tedesca DIN (Deutsche
Industrie Norm). Entrambi i sistemi sono ora confluiti in un unico standard
internazionale, denominato ISO, ma i numeri e i valori che caratterizzano la
sensibilità sono rimasti gli stessi.
La rapidità ASA di una pellicola è rappresentata da
una scala aritmetica nella quale il raddoppio della sensibilità viene indicato
dal raddoppio del numero ASA. A ogni raddoppio numerico, l’esposizione
necessaria per una determinata ripresa è ridotta alla metà (ovvero di uno stop:
un diaframma o un valore di tempo di otturazione). La scala è suddivisa in
settori equivalenti e variazioni di esposizione di un terzo di stop, in modo
tale che ogni terzo numero rappresenti un intero diaframma o un intero tempo di
otturazione:
12 16 20 25 32 40 50 64 80 100 125 160 200 250 320 400 500 640 800 1000 1200 1600 ecc.
Il rapporto reciproco di questi valori ci permette di
sapere, per esempio, che sostituendo una pellicola da 50 ASA con una da 200
ASA, potremo ridurre l’esposizione di due diaframmi, oppure modificare
proporzionalmente il tempo di otturazione a ¼ del valore di partenza.
Per
l’esercitazione sulla variazione dell’ISO ho impostato la macchina in modalità
P (programmata: la fotocamera sceglie sia il tempo che diaframma) e ho variato
le ISO mantenendo la stessa inquadratura. Si può così osservare come cambiano
il diaframma e i tempi di esposizione per ottenere la medesima immagine.
Ho usato il cavalletto per tutti gli scatti.
ISO 100 - f/5,0 - 1/60 sec
ISO 125 - f/5,6 - 1/80 sec
ISO 200 - f/6,3 - 1/100 sec
ISO 400 - f/7,1 - 1/125 sec
ISO 640 - f/8,0 - 1/160 sec
ISO 1000 - f/9,0 - 1/200 sec
ISO 2000 - f/11 - 1/320 sec
ISO 3200 - f/13- 1/400 sec